Giovanni Bertoli, protagonista. La mia famiglia è parecchio estesa, impiego del tempo a capire la posizione di Giovanni Bertoli nel nostro albero genealogico: ha sposato Maria, una cugina di mio padre. La prima volta che li incontro, a casa loro, mi tocca tornare indietro a riprendere il registratore, che ho dimenticato sul tavolo con tutta l'intervista; lui mi osserva senza dire niente, a piedi nudi sotto il portico, lo stesso che Orlando gli ha spesso e volentieri devastato, pieno di quadri e di giochi del nipotino Leonardo; e penso che non mi vorranno mai più vedere. Ricompaio invece dopo due o tre anni, a lavoro quasi finito, e Giovanni e Maria diventano un punto di riferimento, e non solo perché mi accompagnano in giro ad incontrare vari parenti e personaggi chiave che non avrei mai conosciuto.
Parlare con Giovanni di Orlando non è riunire i frammenti e riportare il passato alla vita. Per lui vive sempre, tra i quadri che ha realizzato con ammirata imitazione delle sue tecniche; Orlando interveniva a modificarglieli, facendolo arrabbiare moltissimo. Tutto ciò che fa nel video è frutto di un accurato studio dei gesti di Orlando, delle sue tecniche di pittura e del suo abbigliamento. Anzi, quest'ultimo è proprio l'originale, perché Orlando ha lasciato abiti e cappelli in giro per casa Bertoli.
Ruggero Cherubini (qui il suo sito web), regista. Giovanni ha scrupolosamente masterizzato dalle VHS degli anni Novanta una serie di video con Orlando, dalle vacanze in Calabria alla storica performance alla Sacra Famiglia, che ho descritto nel libro. Ci raduniamo nel suo salotto ed iniziamo a mostrarli a Ruggero, che non lo conosce. Rivedo la faccia di Orlando dopo avergli dedicato un'opera di trecento pagine: sgranata, nervosa, con quel tic che gli tormenta continuamente la bocca; io e Maila ridiamo delle sue evoluzioni, sul pontile di fronte a Villa Giovannelli, un po' imbarazzate perché come al solito lo zio ci sta facendo fare una figura. Invece, alla fine, Ruggero commenta: "Sono straordinarie le sue parole, tutto ciò che ha mostrato non è finzione, ma ciò in cui crede fino in fondo." Gli ricorda suo nonno, anche lui pittore. Decidiamo che il video che faremo su Orlando sarà emozionale. Guardiamo i suoi servizi fotografici per i matrimoni: sono pieni di delicatezza, la fotografia è nitida, esattamente quello che cercavo per Orlando.
Emanuele Cenghiaro, editore del libro. Credo che Emanuele abbia un brivido ogni qualvolta sente la mia voce al telefono, per non parlare di quando suono al campanello: cos'avrò tirato fuori, questa volta? A parte gli scherzi, quando gli parlo dell'idea di fare un video per accompagnare la pubblicazione del libro ne è entusiasta, e ci sostiene. E' presente anche lui alla proiezione dei filmini in casa di Giovanni, che è fiero di mostrargli la lastra di ferro con la scritta che darà il titolo al cortometraggio: "Non sono un pittore, sono il dipinto di un Altro."
Maila Bertoli, regista. Maila è fotografa, insegnante e guida turistica, ama l'arte, ama Padova e i suoi segreti da mostrare con passione ai turisti, ma ovviamente Orlando la punzecchiava, soprattutto al telefono- "Sei tu, la Monnalisa? L'inglesina?"- e le 'preferiva', per andarsene in giro a fare follie, la sorella Samuela. "Quando arrivava travolgeva la casa" ha raccontato Maila nell'ultima presentazione, "Dovevi essere a completa disposizione, seminava lattine e colori dappertutto, però oltre ad essere prepotente era anche molto dolce, perché quando si metteva a pensare alla sua arte, si ritirava in un altro mondo e tu dovevi soltanto ammirarlo, e se prima ti dicevi: questo è matto! In realtà poi lo guardavi e ti dicevi: questo ha capito tutto. Era un uomo libero." Ho visto Maila girare le riprese con estro ed invenzioni creative- Ruggero è più sistematico, lei ha l'intuizione dell'ultimo momento- sgridando, per così dire, suo padre da vera regista, se non raggiungeva subito l'effetto desiderato. Sapevo che lei sapeva, in quale direzione dovessimo andare per ritrovare Orlando. Nel video ha messo tutta se stessa.
Davide Bertoli. Fratello di Maila, non doveva neanche venire la sera del 15 maggio ed invece si è ritrovato in postazione al computer, per far partire il video. "Se non c'ero io, come al solito, non funzionava niente!" Grande.