«Io non ho mercato: dovrei proporre cose piccole, a basso prezzo, e tante, in modo da commercializzarle. Ma se penso a cosa sono l’arte e la verità della mia coscienza, capisco che qualsiasi mia opera o gesto deve corrispondere a quella verità. E quando si cammina verso la verità, o è così, o si muore. Un giorno mia moglie Rita è scesa in studio: “Sergio, non abbiamo nulla da mangiare”. Stavo scolpendo l’Apocalisse, ho messo giù i ferri e mi sono detto “Accetto anche di morire di fame, però è un problema Tuo, non mio; se Tu mi hai dato un dono, e questo dono non serve, hai fatto un errore nella Creazione. Ma se mi hai dato un dono, è perché questo dono possa servire”. Quel giorno ho smesso di lavorare, finché nel pomeriggio non è arrivato un collezionista, mi ha comprato una scultura… ed ho dovuto interrompere lo sciopero!»
«Realizzi delle figure possenti e anatomicamente perfette. Pensi che Orlando, così leggero nel tratto, quasi bidimensionale nelle sue figure, fosse carente nella conoscenza dell’anatomia, come qualcuno ha affermato? In parole povere, non era capace di disegnare bene il corpo umano, perché non aveva studiato a sufficienza?»
«Negli anni Settanta, quando ho conosciuto Orlando, l’anatomia non interessava, all’Accademia nessuno frequentava il corso. Era ‘proibito’ rendere il corpo. Io ho avuto l’esigenza di affrontarla in seguito, come mia scelta, per realizzare determinate opere. Orlando non aveva questo interesse, ma se guardiamo le sue figure, notiamo come giochi con i rapporti geometrici di occhi, naso, linee del viso, che sono in armonia. Se usa l’occhio alla bizantina, volutamente, è in un rapporto geometrico costruttivo, ricco di conoscenza. Non c’è casualità, in tutte le figure di Orlando. I rapporti geometrici erano istintivi in lui, perché chi regola dentro di noi non siamo noi, è lo spirito divino. Ed è questa coscienza di libertà, di rispetto, che io ritrovo nei grandi artisti.»
«Orlando per me era un santo» ripete Sergio con convinzione. «La santità non è essere tutti bravi e buoni, è far vivere Dio dentro l'uomo. Quando tu manifesti una parte di Dio, stai manifestando la Sua santità, e quindi sei tu che diventi santo, della sua santità.»