La mia vita è cambiata, nel corso degli ultimi due anni, e le mie giornate sono fin troppo piene di impegni. Lunedì ho appreso, da Facebook, che una mano anonima ha sfregiato gli occhi dipinti da Orlando sopra l'arco di Piazzetta della Loggia. Tanto per dire il livello a cui sono, riesco solo stasera a trovare il tempo per parlarne ed esprimere la mia opinione.
Non starò qui a ricordare il significato profondo di "Videre Videri": se, come hanno scritto alcuni Spellani nelle scorse ore, ci siamo dimenticati troppo presto di Orlando, i due occhi azzurri hanno sovrastato le nostre teste come un peso. Molte volte mi sono chiesta se potrei fare di più, o farlo meglio. Non ho una risposta chiara: certo è che, come dicevo, non posso fare molto per recuperare il legame di Orlando con l'Umbria. Non sono spellana, è inutile dirlo, ed anche gli avvenimenti recenti non hanno fatto altro che confermare la mia sostanziale estraneità, inevitabilmente legata alla mia lontananza. In questi anni ho raccolto innumerevoli propositi ed aspirazioni da parte di cittadini spellani: c'è chi vuole creare un archivio presso la biblioteca, chi fare una mostra, chi un libro, chi vuole recuperare la Madonna di San Martino, chi esporre pubblicamente un'opera di Tisato per le vie del paese, e via dicendo. In generale raccolto tutte queste aspirazioni e le riporto con me a Padova, al ritorno da un viaggio a Spello, consapevole che, la volta successiva, ritroverò tutto quanto come prima. L'Umbria mi manca, ho trascorso la prima estate senza andare a Spello e ho percepito dentro di me il bisogno quasi fisico di ritornare. Ma ho cercato per tanto tempo le tracce di Orlando nell'Umbria; forse adesso è giunto il momento che sia l'Umbria a cercare me, o meglio lui.
Chissà, forse questo sfregio degli occhi mobiliterà gli abitanti di Spello intorno alla figura di Orlando, per evitare rimanga soltanto un ricordo pieno di nostalgia; e nel caso farò tutto quanto mi è possibile per contribuire. Lui sapeva di essere indimenticabile, ma gli faceva piacere, di tanto in tanto, avere la conferma di non essere dimenticato, relegato nel piccolo "stalletto" del suo studio.
A Noventa Padovana, paese ancora agli albori dello sviluppo turistico, sta nascendo qualcosa. Gruppi di persone vengono e chiedono di vedere le opere di Tisato, esposte nelle chiese e negli spazi comunali: si potrebbe mettere in piedi un piccolo tour. Ci sono anche altre idee, in fase di abbozzo. Il mio sogno è realizzare un progetto che unisca il Veneto e l'Umbria: vedremo che cosa ci riserverà il futuro.