Volevo riaprire l'attività di questo blog in tutt'altro modo, ma le notizie dei terribili fatti accaduti a Parigi, città che ho visitato e conosciuto, e soprattutto l'ammazzamento barbarico dei vignettisti di Charlie Hebdo mi hanno spinto a scrivere una mail a Miguel Angel Sevilla, argentino che vive da anni a Parigi ed è artista, autore teatrale e poeta.
Gli ho scritto questo:
"Caro Miguel Angel "Miquicho", (...) sono rimasta inorridita per quanto è successo a Parigi in questi giorni, ad opera di presunti 'religiosi' musulmani fanatici. Anche in Italia tutti hanno protestato contro questa offesa alla libertà di espressione, ed anche se il nostro paese non è 'laico' come la Francia, molte persone, soprattutto quelle fornite di una certa cultura, hanno iniziato ad affermare che "la religione è il più grande male del mondo" e che si potrà raggiungere la concordia solo quando ci sbarazzeremo di tutte le religioni.
Come persona religiosa dovrei sentirmi frustrata e demoralizzata, ma ho avuto una grande fortuna dalla vita: aver conosciuto Orlando.
Orlando era ubriaco di religione, ne era impregnato dall'infanzia, come Obelix è caduto dentro il pentolone della pozione magica. Tutte le sue operazioni artistiche ed intellettuali erano pienamente religiose, riusciva a fondere fede e ispirazione in una maniera spontanea e naturale che non ho mai visto in nessun altro artista.
E ciò nonostante non ho mai sentito una persona, una sola persona, essere vagamente infastidita dall’esibizione religiosa di Orlando- lui, che era l’esibizionista n.1!-, né essere allontanata da lui o percepirsi estranea per il fatto di non condividere la stessa fede cattolica. Quando una persona vedeva un Crocifisso di Orlando, esclamava: “Che bel quadro! Che bei colori!”, e mai “Ma perché non ha dipinto un soggetto meno confessionale?”
Orlando era uno polemico, quando si infiammava e discuteva di religione voleva avere ragione a tutti i costi, ma ho come l’impressione che le persone si divertissero a litigare con lui, senza essere offese, ma piuttosto appassionate dalla sua intransigenza.
Come faceva? Credo che Orlando non praticasse né predicasse la sua religione, lui era la sua religione. Andava per la sua strada, e tutti noi volevamo seguirlo."
Nato a Tucuman, Argentina, si sente profondamente legato alle sue origini spagnole ed indie. Da ragazzo segue i Piccoli Fratelli di Charles de Foucault, in particolare il grande Arturo Paoli (a 102 anni tiene ancora dibattiti culturali), con il quale si impegna in una bidonville, a Moreno. Miguel, "Miquicho", è il giovane che mette in crisi Arturo nell'introduzione del "Dialogo della liberazione" (1969), considerato il testo fondante della teologia della liberazione:
"Non capisci che vi distruggete l'un l'altro? Lo vedo; ma non ti pare una distruzione il sorriso di convenienza della suorina (...)?"
Lo sguardo di Michele mi fa trovare tutto mediocre, brutto, a cominciare da me, dalla mia vita.
Prova a fare il noviziato con i Piccoli Fratelli, in Europa, e lì conosce Orlando. Un giorno il nostro porta i Fratelli ad Assisi a vedere i suoi vecchi quadri, dal momento che nel noviziato ha fatto voto di mettere da parte l'attività artistica. Incominciano a discutere di pittura, ma subito Orlando li zittisce, indicando Miquicho che è il più giovane del gruppo:
"Lui è l'unico che ci capisce qualcosa!"
Lo incoraggia a scrivere: "Tu sei un poeta puro."
Per ricambiare la stima, Miguel invita Orlando a Parigi nel 1981: si è sposato nella Ville Lumière, lavora al Centre Pompidou e collabora con la galleria di Charley Chevalier. Orlando si fa fotografare con Miguel da Sante Castignani, nelle foto che vedete sopra, ed ha l'occasione di esporre in una grande metropoli, per la seconda volta dopo New York nel 1970. Il Centre Pompidou naturalmente lo conquista. Discutono un po' dei Piccoli Fratelli: "Perché non capiscono che sono così?" Dove 'così' sta per uno che non si adatta a nessun tipo di vestito. Ad Orlando non piace la religione troppo politicizzata, non gli piace nemmeno la logica del dare l'esempio agli altri. "E' già molto se noi non abbiamo peccato. E' già molto se siamo vivi."
Miguel mi ha risposto: "Per quanto riguarda la religione: non saprei cosa dire; ci sono senza dubbio molte forme di religiosità e molti modi di credere... Ma sono d'accordo su tutto ciò che dici della fede di Orlando. Mi ricordo una cosa: in Fraternità, nell'epoca in cui ero con lui, facevamo una distinzione tra religione e fede: ci dicevamo che è la fede la cosa buona, e ci dicevamo anche che il Cristianesimo non è una religione... Ma sono discussioni teologiche. Ti abbraccio, un grande bonjour alla tua famiglia."
Il sito della compagnia teatrale di Miguel e di sua moglie Nathalie