Intorno al 2003 Orlando Tisato, bisognoso di spazio per esprimersi nella sua creazione perpetua, approda dopo un lunga ricerca, con l'aiuto, come sempre, di preziosi amici, al n.10 di Via Giulia, a pochi passi dal Teatro, di fronte al forno Scarponi e quasi all'incrocio con l'arco di Augusto, che porta direttamente su per la salita verso la sua casa. Si tratta dell'oratorio sconsacrato di Sant'Antonio, di proprietà della Diocesi di Foligno, che di recente ha messo a disposizione lo spazio per la mostra di Sante Castignani, nel corso dello SpelloPhotoFestival (v. la pagina delle News). Anche gli abitanti al piano di sopra della palazzina, all'epoca di Orlando, erano degni di interesse, ma questa è un'altra storia.
L'occasione del PhotoFestival mi ha spinto a ricordare lo studio com'era, nelle sue varie funzioni. Le foto che allego sono di Graziano Zorloni e Antonino Serio.
Studio colorato:
Studio di stoffe e fili:
«Sei la nipote di Orlando, quindi devi sentirti qua dentro come a casa tua.» Casa mia sono stati da subito il tavolo variamente occupato, le sedie girevoli porta oggetti e soprattutto l'armadio traboccante di fogli, lettere, disegni e scritti lasciati da Orlando. Pensare che voleva disfarsene. Ma anche l'ammonizione di Nico a fare bene attenzione a ciò che scrivevo:
«Forse tu non hai capito chi era Orlando Tisato; Orlando Tisato era ‘oltre’.»
Lo studio dopo Orlando: